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2009 dal 5 al 12 Aprile

8a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

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dai GIORNALI di OGGI

ROMA - Una casella e-mail in Prefettura per raccogliere "istanze e reclami" di imprenditori e famiglie che si ritengano danneggiati o discriminati dalle banche. Un mega-tavolo, coordinato dal Prefetto, con le rappresentanze locali di Abi, Confindustria, sindacati, commercianti e artigiani. Un Osservatorio nazionale presso il ministero dell'Economia.

2009-03-13

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Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

Dal Sito Internet della BANCA D'ITALIA

http://www.bancaditalia.it/statistiche/indcamp/indimpser/bird/testo.htm;internal&action=_setlanguage.action?LANGUAGE=it

CORRIERE della SERA

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http://www.corriere.it

2009-03-13

 

 

REPUBBLICA

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2009-03-13

Il ministro insiste con l'idea di utilizzare i prefetti per il controllo sul credito

Bankitalia: "Massima collaborazione con prefetture ma banche non possono fornire dati"

Banche, Tremonti all'attacco

"Darei tutta la vigilanza alla Bce"

Bossi frena: "Serve un accordo, non tutti capiscono di economia"

Contrario Franceschini: "Un assurdità, mancano le competenze"

Banche, Tremonti all'attacco "Darei tutta la vigilanza alla Bce"

Giulio Tremonti

ROMA - "Darei tutta la vigilanza sulle banche alla Bce, altrimenti è come se il controllato viaggiasse in Ferrari e il controllore in bicicletta". Da Londra, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti non cede ed alza il tiro contro il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. Il titolare di Via Nazionale, sentendo violate le prerogative dell'Istituto, si era detto contrario all'idea all'idea di affidare ai prefetti (e quindi al governo) la raccolta dei dati sul credito. Tremonti, a stretto giro di posta assicura: "Dai prefetti ci sarà un grandissimo impegno". Ma Umberto Bossi si smarca: "Non tutti i prefetti capiscono di economia".

Nuova puntata dunque dello scontro fra Tremonti e Draghi. Teatro della risposta del ministro è Londra dove si trova per la riunione della Task force per i finanziamenti ai sistemi sanitari. Se gli operatori sono sistemici, la vigilanza dev'essere sistemica, quindi la vigilanza dev'essere a livello europeo, è il ragionamento di Tremonti. La sua conclusione è lapidaria: "Fosse per me, darei tutto alla Bce". "E' una questione di mezzi. Se quelli che si devono controllare hanno la Ferrari, i controllori non possono avere la bicicletta. Se gli operatori sono sistemici, siano essi banche o finanziarie, anche la vigilanza dev'essere sistemica. Io darei tutto alla Bce - aggiunge Tremonti - Ma no so se questo implica un revisione del Trattato".

Quanto ai prefetti che secondo Draghi non si dovrebbero occupare di credit crunch Tremonti rilancia. "Ci sarà un grande impegno da parte

dei prefetti", assicura il ministro. "Per me - ha insistito - è una ragione di grande onore prendere la parola avanti a tutti i prefetti. Molto presto faremo osservatori su banche e imprese e aggiorneremo su tutto compresi gli osservatori". Tremonti ha poi aggiunto che "la prossima settimana faremo vedere quali emendamenti stiamo mettendo a punto". E ha aggiunto che "ci sarà una nuova riunione con Confindustria e con le banche in cui riporteremo l'avanzamento dei lavori, cosa hanno fatto le banche, cosa ha fatto il governo, cosa ha fatto la Sace".

Ma Bossi è molto cauto. "Serve un accordo", dice. La vigilanza "deve avvenire in Prefettura ma non con i prefetti. Gli imprenditori - dice il leader del Carroccio - si fidano delle associazioni di categoria, perché non tutti i prefetti ci capiscono di economia".

Contrario alla proposta anche Dario Franceschini. "Non condivido questa assurdità delle prefetture che devono controllare il credito - dichiara il segretario del Pd - chi vive nella realtà sa che non siamo in Francia: le nostre prefetture non hanno le competenze".

Dalla Banca d'Italia in una nota si specifica la "massima disponibilità delle nostre filialia a fornire le informazioni ai prefetti" ma si ricorda anche che a norma di legge le banche non possono fornire "dati aziendali individuali".

(13 marzo 2009)

 

 

 

 

Bankitalia: i dati sui prestiti li raccogliamo noi. Nuove difficoltà

per la trattativa in corso tra governo e Abi sui bond per il credito

Draghi dice no a Tremonti

"Niente prefetti nelle banche"

di ROBERTO PETRINI

 

ROMA - Il governatore della Banca d'Italia Draghi dice "no" ai Prefetti nelle banche e si mette in rotta di collisione con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. In una circolare alle proprie filiali locali, Via Nazionale spiega che i nuovi Osservatori, varati da Tesoro e Interni, non potranno rivolgersi direttamente alle banche per ottenere cifre disaggregate sui prestiti concessi dai singoli istituti: insomma il quadro dei fidi erogati da ogni singola banca resta una prerogativa dell'autorità di vigilanza. "La richiesta - dice Bankitalia che si appella alla legge - non appare giustificata". Via Nazionale mette invece a disposizione delle Prefetture i dati elaborati trimestralmente dalle filiali regionali della Banca centrale e, su richiesta, altre informazione statistiche, ovvero "dati aggregati a livello territoriale". Il tutto, per trasparenza - sottolinea Bankitalia - sarà anche pubblicato su Internet.

L'intervento di Bankitalia ha gelato il governo. Con la disposizione di Via Nazionale si ostacola una delle funzioni base degli Osservatori coordinati dai Prefetti, cioè quella di raccogliere informazioni sul credito direttamente dalle banche per avere un quadro diretto delle "criticità" del mercato, risolvere controversie sull'erogazione dei fidi ed eventualmente intervenire con una sorta di moral suasion.

Maretta anche dalle parti dell'Abi: secondo quanto riferito ieri pomeriggio, le trattative sui Tremonti bond si sarebbero arenate e sul tavolo avrebbe influito il nuovo ruolo affidato ai Prefetti. Contrarie anche le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori che parlano di scelta "confusa e arbitraria". Mentre la Confindustria reitera l'allarme: il 10 per cento delle imprese, dice, è in difficoltà per carenza di credito.

Ieri mattina il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, è tornato sull'argomento ribadendo l'intenzione del governo di andare avanti anche se con toni concilianti: gli Osservatori, ha detto, avranno il compito di "evitare che la stretta creditizia possa mettere in difficoltà le imprese". Saranno quindi uno "stimolo alle banche perché non allentino il credito". Il Prefetto, ha proseguito Maroni, dovrà valutare se c'è una "ingiustificata azione restrittiva da parte delle banche". "Non verrà imposto nulla a nessuno, ma in una situazione anomala - ha concluso - l'Osservatorio interverrà chiedendo giustificazioni alla banca". Maroni ha anche aggiunto che il Prefetto avrà a fianco "esperti e tecnici della Banca d'Italia e del ministero dell'Economia". In realtà la presenza di tecnici di Banca d'Italia non era prevista nel piano degli Osservatori e la sortita di Maroni sembrerebbe un tentativo di smorzare i toni dello scontro.

I Prefetti, intanto, si sono messi al lavoro: promettono di applicare le nuove disposizioni con discrezione. "Useremo il buon senso", ha detto il Prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi. "Controlleremo che non ci sia ostracismo o ostilità da parte delle banche", ha dichiarato il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro.

(13 marzo 2009)

 

 

 

IL COMMENTO

Socialismo bancario

di MASSIMO GIANNINI

Di fronte alle tante "zombie banks" che si aggirano sinistre per il mondo, sarebbe sbagliata una difesa d'uffico del sistema creditizio. E in tempi di drammatico "credit crunch", resta drammaticamente vera la profezia di Mark Twain: un banchiere è un tizio che ti presta l'ombrello quando c'è il sole, e lo rivuole appena comincia a piovere.

Ma l'operazione "prefetto di ferro" orchestrata dal ministro Tremonti per vigilare sui flussi di erogazione del credito da parte delle banche è una misura di stampo sovietico. Ricorda la Gosbank degli Anni '20, che controllava per conto del Pcus il finanziamento del Piano quinquennale.

Nel consueto, assordante silenzio dei liberali alle vongole di casa nostra, fa dunque un fragoroso rumore la circolare del governatore Draghi, che avverte i nuovi "custodi" del Gosplan acquartierati a Via XX Settembre: la Banca d'Italia è disponibile a collaborare con i prefetti, ma secondo le leggi vigenti potrà fornire ai medesimi solo le informazioni territoriali e i dati aggregati sul credito, e non anche i numeri relativi ai fidi erogati dai singoli istituti. Ovvio, in un paese che ha a cuore il buon funzionamento del capitalismo liberale. Scandaloso, nell'unico paese in cui una destra pretende di governare con le regole del socialismo reale.

Infatti Tremonti, ancora una volta, non ha gradito le puntualizzazioni di Draghi. "Ci sarà un grande impegno dei prefetti" nel controllo sulle banche, ha rilanciato. "Io darei tutta la vigilanza sul credito alla Bce", ha aggiunto. Il superministro, con tutta evidenza, vede due sbocchi possibili per la Banca d'Italia: o si rassegna a prendere ordini dal potere politico secondo il modello della Gosbank sovietica, appunto, o si accontenta di rimanere in vita come innocuo centro di studi economici. In questo buio Medio Evo dei mercati globali molti banchieri hanno fatto danni giganteschi. Ma molti politici rischiano di combinarne di peggiori.

(13 marzo 2009)

 

 

 

 

 

DOSSIER. Dagli Osservatori regionali a quello nazionale

alla fine tutto affluirà sul tavolo di Tremonti

Così il Tesoro vuole controllare il credito a imprese e famiglie

ROMA - Una casella e-mail in Prefettura per raccogliere "istanze e reclami" di imprenditori e famiglie che si ritengano danneggiati o discriminati dalle banche. Un mega-tavolo, coordinato dal Prefetto, con le rappresentanze locali di Abi, Confindustria, sindacati, commercianti e artigiani. Un Osservatorio nazionale presso il ministero dell'Economia.

L'operazione "Prefetti di ferro" contro il razionamento del credito annunciata mercoledì in una conferenza stampa congiunta al Viminale dai ministri dell'Economia, Giulio Tremonti, e degli Interni, Roberto Maroni, sta partendo e i 103 rappresentanti dello Stato sul territorio si sono già messi al lavoro, a 20 di loro toccherà il compito di organizzare i nuovi Osservatori.

Come funzionerà l'operazione del governo che già trova critiche da parte di Bankitalia, delle associazioni dei consumatori e delle stesse banche? Gli Osservatori per il "monitoraggio dell'economia tramite il sistema bancario" saranno dislocati in ciascun capoluogo di Regione e faranno tutti riferimento ad un Osservatorio nazionale che coordinerò l'intera rete locale.

Il ruolo degli Osservatori (costituiti da rappresentati dell'Abi, di Confindustria e delle varie associazioni di categoria), secondo il documento distribuito ai Prefetti, sarà quello di "luoghi di risoluzione di controversie e di monitoraggio delle specifiche criticità che emergono a livello locale sulla base di istanze presentate dalle imprese". In pratica un intervento "persuasivo" sulle banche nel caso che decidano di tagliare i finanziamenti a clienti ritenuti, a torto o a ragione, troppo rischiosi.

Gli Osservatori regionali si riuniranno ogni tre mesi in sede plenaria e mensilmente sulla base di specifici ordini del giorno. Dopo ogni riunione il Prefetto invierà all'Osservatorio nazionale un "report" descrivendo le situazioni critiche di comparti o categorie produttive, illustrando la dinamica dei flussi di credito, avanzando proposte. Sarà a livello nazionale che si interverrà con una sorta di moral suasion sull'Abi e sui singoli istituti. In altre parole, se un'associazione locale, come gli orafi o i calzaturieri, denuncia una situazione di ristrettezza del credito e possibili risvolti sociali, la questione viene posta all'ordine del giorno tentando di trovare una soluzione con metodi concertativi.

I Prefetti avranno anche a disposizione una casella di posta elettronica, con un modulo on-line, predisposto per raccogliere "istanze e reclami" in modo riservato di singoli casi: a nessuno piace infatti far sapere al tessuto economico locale le difficoltà in cui versa la propria impresa. Gli imprenditori o i cittadini che si "ritengono danneggiati nelle condizioni di erogazione del credito" (si può anche ipotizzare l'esempio di un cliente che ha contratto un mutuo per la casa) possono rivolgersi al Prefetto evitando di esporre pubblicamente la propria situazione. Il Prefetto - prevedono le linee guida - esamina l'istanza, scrive alla banca a livello regionale o nazionale (cioè ad una istanza gerarchica superiore) perorando una soluzione e entro un "tempo congruo" la banca fornisce una risposta al cliente e ne informa il Prefetto. Funzionerà? Al ministero del Tesoro pensano di sì e avanzano l'esperienza francese: in cinque mesi tre quarti delle controversie sono state risolte a favore del cliente.

(13 marzo 2009)

 

 

L'UNITA'

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2009-03-13

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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